Menu principale:
Parco Regionale Marturanum (Barbarano Romano - VT)
Istituito con Legge Regionale n.41 del 17 luglio 1984, il Parco Suburbano Marturanum si estende su una superficie di 1.450 hm in comune di Barbarano Romano, piccolo centro agricolo dell'alto Lazio (circa 1000 abitanti), in provincia di Viterbo. Contiguo al comune di Barbarano è il comune di Blera il cui territorio, da un punto di vista naturalistico e archeologico, risulta pienamente contiguo al parco.
Gli aspetti naturalistici
Il parco si situa in un'area naturalisticamente assai interessante, posta tra il complesso vulcanico Vicano (Lago di Vico) ad est ed il variegato comprensorio dei Monti della Tolfa ad ovest. Geologicamente presenta, infatti affioranti, terreni vulcanici prodotti da colate piroclastiche dell'apparato Vicano. Si tratta dei tufi (detti rossi a scorie nere proprio per il colore caratteristico) che formano vasti e spesse coltri, incisi talora profondamente dai torrenti in veri canyon. Proprio queste forme di valle fluviale, profondamente incisa, rappresentano una delle caratteristiche naturalistiche dell'area. La valle formata dal Fosso Biedano, affluente di destra del Marta, che connette Barbarano con Blera, è una delle più spettacolari del Lazio. Qui troviamo densi boschi umidi (caducifogli) nei fondo valle, formati da pioppo nero e bianco, salice, orniello, cerro e ontano. Sui bordi delle valli invece dominano formazioni boschive di tipo mediterraneo (sempreverdi), con leccio, albero di Giuda, bagolaro, erica e vari arbusti mediterranei. Ricche le fioriture primaverili del fondovalle ove si alternano durante la stagione bucaneve, crochi, primule, viole, pervinche e ranuncoli. Le felci si sviluppano assai rigogliose nella valle grazie all'alta umidità del luogo.
Le altre zone del parco, poste piu a sudovest sono invece coperte da rocce sedimentarie simili a quelli che troviamo net comprensorio tolfetano, che formano un rilievo collinare basso ove dominano soprattutto i pascoli con cespugli; queste zone sono il regno incontrastato delle vacche di razza maremmana, una razza ben adattata al pascolo brado.
Gli aspetti storici ed archeologici
Nel comprensorio si respira ovunque la presenza etrusca: sparse nel parco sono presenti numerosissime tombe scavate della roccia, come anche numerosi sentieri scavati nei tufo (le tagliate). Il simbolo del parco, un cervo attaccato da un lupo, è la riproduzione di una incisione trovata in una delle tombe etrusche del luogo, detta perciò "tomba del cervo".
Sono presenti nel territorio elementi di grande interesse archeologico. Spicca in questo contesto la necropoli etrusca di San Giuliano, costituita da migliaia di tombe, molte delle quali di considerevole valore architettonico e appartenenti a diverse tipologie costruttive: "a tumulo"; a "semidado", "ipogee", "a fossa", "a nicchia" e a "dado". La notevole varietà di tombe rinvenute in questo sito costituisce tuttora un vero e proprio libro aperto sull'architettura funeraria del popolo etrusco. Quella di San Giuliano è infatti la più antica e la più ricca di tipologie tombali. Le tombe sono prevalentemente di età arcaica (VI - V secolo a.C.), ma non mancano tumuli del VII secolo (orientalizzante), e tombe dell'età ellenistica. Nell'area archeologica sono anche visibili alcuni tratti delle mura medievali e la chiesetta romanica di San Giuliano del XII secolo sorta su fondamenta di più antichi luoghi di culto.
Anche il nome del parco deriva dall'antichissima città di Marturanum, citata dallo scrittore latino Tito Livio e risalente al VII. Alcuni studiosi identificano in quest'area l'antica Marturanum, supportati dal ritrovamento presso S. Giuliano di un'iscrizione su un vaso, la quale dice: "Turuche Larth Manthureie" (sono stato donato da Larth di Manthura).
L'attuale Barbarano fu forse fondata dal re Longobardo Desiderio che la fortificò, o meglio fu da questo edificata sul preesistente centro etrusco; il paese presenta, infatti, ancora la tipica pianta delle città etrusche, con tre strade e tre porte nelle mura.
Una leggenda vuole che il nome del paese fosse stato proprio Marturanum (o Monturanum) e che nel medioevo fu mutato in Barbarano dalla parola "barbaro". Il paese stesso èancora oggi assai interessante, perchè interamente circondato da mura merlate medioevali costruite con il tufo rossiccio del luogo. Una bella torte a pianta pentagonale domina il paese.
Blera
Quanto al paese di Blera, era anch'esso un antico ed importante centro etrusco, ove anticamente dovevano vivere ben 30.000 abitanti. L'antico nome era Bleia, che voleva dire "citta lungs" (il paese si protende, infatti, su un'altura a forma allungata). Il nome fu poi mutato in Bieda fino all'attuale e recente Blera. Fu distrutta dal re Desiderio nell'VIII secolo. E' dall'antico nome del paese che deriva il nome del Torrente Biedano che lambisce sia Barbarano sia Blera incuneandosi in profonde
valli.
Notevole il porte romano del II secolo a.C. (detto Ponte del Diavolo) nella valle del Biedano all'altezza dell'abitato di Blera posto lungo l'antico tracciato della Via Clodia .
L'importanza storica dei due centri di Blera e Barbarano era infatti legata alla posizione geografica, di controllo delle strade verso nord. In epoca etrusca collegava infatti i più irnportanti centri abitati dell'Etruria meridionale con quelli del nord.
Visualizzazione ingrandita della mappa