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Ingrandimento del microscopio
Nel microscopio ottico composto l’ingrandimento totale è il risultato del prodotto tra l’ingrandimento dell’obiettivo e l’ingrandimento dell’oculare. Sono i valori scritti sui tubi degli obiettivi, spesso seguita da una X e quelli scritti sull'oculare dove si avvicina l'occhio.
I totale = I obiettivo x I oculare
In teoria usando più lenti l’immagine potrebbe essere ingrandita in modo indefinito. In pratica se si ingrandisce l’immagine oltre una certa soglia questa appare “sgranata”, perde in risoluzione e quindi l’immagine ottenuta non è utilizzabile. Ogni strumento ottico, come microscopio, cannocchiale ecc. possiede un proprio potere di risoluzione, che dipende dal limite di risoluzione (LR) che è la distanza minima a cui due punti possono essere percepiti come oggetti distinti. Ricordiamo che nel caso dell'occhio umano il limite di risoluzione è di 0,1 mm: questo vuol dire che anche la migliore vista umana non può distinguere due punti distanti meno di 0,1 mm.
L’ingrandimento utile è il massimo ingrandimento utilizzabile, senza perdere in potere di risoluzione. Ricordando il limite dell'occhio umano per il quale LR = 0,1 mm, dividendo questo valore per quello di un microscopio, abbiamo che:
Il limite di risoluzione (LR) dipende da tre fattori:
Si ha che:
In particolare il prodotto n sena rappresenta l'apertura numerica (AN) tipica di ogni obiettivo ed indicata accanto all'ingrandimento.
Poiché per diminuire LR non è semplice diminure la lunghezza d'onda (si può utilizzare gli UV ma crea problemi) si può però aumentare l'apertura numerica AN usando un mezzo con alta AN.
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