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Scienze Terra > Tettonica a zolle
Il primo supercontinente esistito sulla Terra, circa 3,3 miliardi di anni fa. Prove della sua esistenza si hanno in base ai dati radiometrici dei cratoni che lo formavano. Si ritiene che esso sia esistito 3,3 miliardi di anni fa (3,3 Ga), spingendosi forse fino a 3,6 Ga.
Le prove della sua esistenza comprendono gli studi geocronologici e paleomagnetici dei due cratoni archeani (protocontinenti) denominati Cratone di Kaapvaal, con riferimento alla regione sudafricana di Kaapvaal, e Cratone di Pilbara, con riferimento alla regione di Pilbara nell'Australia Occidentale, i quali facevano parte della Vaalbara. Questi due cratoni rappresentano gli unici resti originali della crosta terrestre, come era ai primordi, sopravvissuti fino ai giorni nostri.
Un'ulteriore prova è rappresentata dalla sequenza di somiglianze strutturali delle cinture di nefriti e di gneiss che presentano questi due cratoni. Le stesse cinture archeane di nefriti si trovano anche ai margini del Cratone Superiore in Canada, come pure nei cratoni degli ex continenti della Gondwana e della Laurasia.
E' il secondo dei supercontinenti esistiti sulla Terra, tra 2,7 e 2,1 miliardi di anni fa. Si suppone che essa si sia formata durante l'eone Archeano, circa 2,7 miliardi di anni fa (2,7 Ga), dall'accrezione dei cratoni Neoarcheani e dalla formazione di una nuova crosta continentale.
La Kenorlandia comprendeva, tra l'altro, alcune parti che poi sarebbero state identificate con i nomi di Laurentia, (l'odierno Nord America e la Groenlandia), Baltico (attuale Scandinavia e paesi baltici), Australia occidentale e Kalahari.
La scoperta dell'esistenza di questo supercontinente si deve all'analisi stratigrafica di dicchi vulcanici e al loro orientamento paleomagnetico. Il nucleo della Kenorlandia si trovava presso lo scudo Fennoscandiano, le cui origini risalgono a 3,1 Ga.
Conosciuto anche con il nome di Nuna, e più recentemente, Hudsonland o Hudsonia è il nome del terzo dei supercontinenti esistiti approssimativamente tra 1,8 e 1,5 miliardi di anni fa nell'era proterozoica. Consisteva nel proto-cratone che formerà successivamente gli antichi continenti di Laurentia, Baltica, Ucraina, Amazzonia, Australia e probabilmente anche la Siberia, il Nord della Cina e il Kalahari. L'esistenza della Columbia si basa su dati paleomagnetici.
Ricostruzione della paleolongitudine di Pangea, 200 milioni di anni fa e di Rodinia, 800 milioni di anni fa. (Mitchel et al, Nature). Scarica il video dell'articolo originale di Mitchell et al. (2012) apparso su Nature. Parte da 500 MIL di anni fa ed arriva ad oggi.
E' il penultino dei supercontinente conosciuto, che conteneva la maggior parte della terraferma del proprio periodo. Prove paleomagnetiche hanno fornito indizio della paleolatitudine di ciascuna formazione ma non la longitudine, che è stata ricostruita dai geologi comparando strati simili, al giorno d'oggi spesso dispersi sulla superficie del pianeta.
Le prove geologiche suggeriscono che la Rodinia si formò e si suddivise nel Neoproterozoico, e che probabilmente esistette come continente singolo circa 1,1 miliardi di anni fa fino a che non iniziò a frantumarsi in otto continenti più piccoli all'incirca 750 milioni di anni fa. Si ritiene che sia stata responsabile della possibile era glaciale del Neoproterozoico.
Il più recente supercontinente a essersi formato, il cui nome si deve a Alfred Wegener. Si sarebbe formato in seguito ai movimenti delle placche tettoniche che misero insieme i pezzi della Rodinia con una diversa disposizione durante il tardo Paleozoico.
Si sarebbe poi spezzato circa 180 milioni di anni fa, dando luogo ad altri due supercontinenti: la Laurasia (supercontinente del nord) e la Gondwana (supercontinente del sud). Dall'ulteriore frammentazione della Laurasia e della Gondwana deriverebbero gli attuali continenti. Il processo di separazione è attualmente ancora in corso.
Studi recenti suggeriscono che i supercontinenti presentano una certa ciclicità, formandosi e scindendosi approssimativamente ogni 250-300 milioni di anni.
Le notizie sui supercontinenti sono tratte da Wikipedia.
Ottime immagini (come quella qui sotto riprodotta) e video possono essere trovati su sito dell' Università del Texas